martedì 14 agosto 2007

Castello in vendita, la parola al consiglio.Il Comune ha diritto di prelazione. L'assise decide oggi se esercitarlo.

La famiglia Martini Carissimo ha fissato il prezzo: 8milioni. C'è già un acquirente


(fonte Il Quotidiano, 14.8.2007)

Sarà un consiglio comunale monotematico quello in programma stamane ad Oria. Il Comune è infatti chiamato a decidere quale posizione assumere nella vendita del castello svevo di Federico II.
Il maniero, di proprietà della famiglia Martini Carissimo, è stato infatti messo sul mercato e, qualche settimana fa, si è fatto vivo un acquirente. Si tratta di alcuni imprenditori locali, attivi nel mondo della ristorazione con la società Chez Vous. Per aggiudicarsi quella che fu la dimora del Puer Apuliae sborseranno una cifra di`poco inferiore agli otto milioni di euro. Un prezzo giusto per i conti Martini Carissimo che hanno già firmato l'atto. A questo punto entra in ballo il Comune.
Sul castello, che è un bene artistico, l'ente ha diritto di prelazione: in altre parole, se il Comune racimolas
se quei quasi otto milioni di euro già pattuiti, avrebbe diritto a comprare il castello, soffiandolo all'acquirente privato. L'assise comunale, convocata apposta per questo, dovrà dire se intende far valere il suo diritto di prelazione e, in caso positivo, ha venti giorni di tempo per mettere insieme la somma e avanzare richiesta formale. Inutile dire che si tratta di una cifra che non può venir fuori da un momento all'altro dal bilancio di Oria. Una possibile soluzione sarebbe interpellare altri enti pubblici e tentare di creare magari un consorzio. Il tempo però è poco e sembra inoltre che le varie forze . politiche non siano poi così interessate a stabilire un controllo pubblico sul bene.
Se è vero che l'opinione comune oritana sta prendendo piuttosto male la vendita del castello, come la perdita di uno dei simboli della città, in concreto cambia poco rispetto ai tempi dei Martini Carissimo. Questi ultimi comprarono il maniero negli anni Trenta, dopo un decennio in cui la costruzione era stata lasciata in uno stato di completo abbandono e strinsero un patto con il Comune che vendeva: una parte del castello doveva rimanere accessibile al pubblico affinché la città potesse continuare ad usufruire di quel patrimonio culturale.
In questa nuova compravendita il Comune non può certo dettare delle condizioni, ma la strategia punterà probabilmente ad ottenere fuso di alcune sale per qualche manifestazione, o per le visite, e magari delle rassicurazioni sul destino del castello. L'ipotesi che possa essere trasformato in un ristorante non piace a nessuno, mentre sulla possibilità di vederlo diventare un centro benessere o un resort di lusso c'è un maggiore consenso. Resta però da vedere come si comporteranno i partiti in sede di votazione, una posizione unitaria darebbe forza ad ogni richiesta, ma il momento politico è tutt'altro che calmo.

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