giovedì 16 agosto 2007

«Compravendita del castello Illegittima»

II sindaco sul diritto di prelazione:«Vogliamo giocarci questa carta». II Consiglio comunale denuncia unanime irregolarità nella procedura di acquisto. E chiede aiuto a Regione e Provincia per comprare il Maniero.

(fonte Senzacolonne, 15.8.2007)

"Questa carta vogliamo giocarcela fino in fondo". Può essere riassunta con queste poche ma determinate parole, pronunciate ieri mattina in Consiglio comunale dal sindaco Cosimo Ferretti, la volontà della popolazione oritana di non rimanere relegata al ruolo di spettatrice nel colossale, e finora segretissimo affare, che vede la famiglia dei conti Martini Carissimo in procinto di vendere il Castello Svevo di Oria, simbolo, anima e cuore della città, alla Borgo Ducale srl dei Romanin Caliandro. II tutto per la "modica" cifra di otto milioni di euro. In particolare ieri mattina l'assise comunale, convocata d'urgenza per discutere della questione, ha deciso all'unanimità di far valere il diritto di prelazione sul Maniero eretto ottocento anni fa dall'imperatore Federico II, in quanto dichiarato "bene di interesse culturale". Il Comune cercherà insomma di valutare la possibilità di acquistare e gestire il castello, previa disponibilità da parte di Ministero, Regione e Provincia, a dare il proprio contributo. Magari per farne, così come suggerito dallo stesso ministero per i Beni e le attività culturali, il primo museo nazionale dedicato alla civiltà dei Messapi.
Ma non è tutto. Stando a quanto rendicontato dall'avvocato Antonio Alimento, consigliere dell’Udc e autore della proposta di delibera poi approvata dal consiglio, l'intero iter procedimentale relativo alla compravendita del maniero, sarebbe totalmente illegittimo poiché viziato da pesantissime omissioni e irregolarità. In particolare l'assise, approvando il testo della delibera, ha denunciato i ritardi con cui le autorità competenti avrebbero informato il Comune di Oria dell'affare in atto. Tanto che l'Ente ne sarebbe venuto a conoscenza solo dopo, e non prima, la scadenza dei 20 giorni canonici per avanzare il diritto di prelazione. In particolare, stando a quanto emerso dagli atti, la prima firma relativa alla compravendita risalirebbe allo scorso due luglio quando le due famiglie si sono accordate alla presenza del notaio Roberto Braccio. Mentre la comunicazione del trasferimento di proprietà, è stata inviata alla Soprintendenza del ministero per i beni culturali, dieci giorni dopo. A questo punto, stando al dettato normativo, la soprintendenza "ricevuta la denuncia di un atto soggetto a prelazione", ne avrebbe dovuto dare "immediata comunicazione alla regione e agli altri enti pubblici territoriali nel cui ambito si trova il bene". E invece così non è stato. Ricevuta la denuncia del trasferimento in atto il 12 luglio scorso, la soprintendenza ha atteso ben 13 giorni prima di "girare" la comunicazione alla direzione generale della Puglia, omettendo però di informare gli altri enti: Comune di Oria compreso. E ancora. Stando a quanto denunciato dal consiglio comunale, anche la direzione regionale ha a suo modo contribuito a dilatare i tempi, inoltrando la comunicazione presso gli uffici comunali diversi giorni dopo il ricevimento della denuncia: per la precisione alle 14 e 07 di venerdì 3 Agosto, qualche secondo dopo insomma la chiusura settimanale di palazzo di città. Quando il successivo 7 agosto la comunicazione è stata acclarata al protocollo, il termine di venti giorni indicato come limite massimo per la presentazione di tutta la documentazione relativa all'esercizio di prelazione, è abbondantemente andato a farsi benedire. Da qui la convinzione espressa dal consiglio comunale, di considerare come illegittimo l'atto di compravendita. Insomma, ancora nulla è perduto, e dal momento
che diversi "cavilli" permetterebbero al Comune di poter avanzare eventuali velleità di prelazione entro il prossimo 10 settembre, l'assise comunale ha deciso di mobilitarsi proprio in tal senso. Ma ovviamente non punterà ad acquistare con fondi propri il Maniero che, con le necessarie ristrutturazioni verrebbe a costare almeno quanto l'intero bilancio comunale. Scopo degli amministratori locali sarà quello di coinvolgere nell'acquisto e nella gestione Ministero, Regione e Provincia ( che ha già espresso preoccupazione in merito alla vicenda e convocato la conferenza dei servizi per il prossimo 27 agosto). Per farne cosa? Un suggerimento è giunto proprio dal ministero delle attività culturali che, allarmato dalla possibilità che i nuovi acquirenti possano "riadattare l'immobile ad albergo", ha consigliato di "acquistare il castello alla proprietà pubblica per l'istituzione di un museo nazionale dedicato alla regione dei messapi. Una posizione che contrasta nettamente con quella invece espressa dal soprintendente Attilio Murano che, nel comunicare la compravendita in atto alla regione Puglia, ha sottolineato che "pur rilevando che trattasi di edificio di particolare interesse storico artistico, non ne appare opportuno l'acquisto". Grande rammarico è infine stato espresso dal Sindaco Cosimo Ferretti per il comportamento assunto dagli eredi della famiglia Carissimo: "Non mi hanno mai accennato queste loro intenzioni - ha lamentato il primo cittadino - , anzi, solo pochi mesi fa mi avevano palesato l'idea di dare vita a una fondazione per la gestione del castello che coinvolgesse anche il Comune. E invece, ancora oggi, non ho ricevuto da loro nemmeno una telefonata per chiarire quanto sta accadendo".

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