giovedì 30 agosto 2007

Vendita Castello. Intervento di Lorenza Conte

(fonte segreteria dei Comunisti Italiani Oria, 26/08/2007)




Al ministro dei Beni Culturali – Roma

Al Presidente della regione Puglia – Bari

Al Presidente della provincia di Brindisi

Al Sindaco di Oria

La vicenda della vendita del Castello Federiciano di Oria, dalla famiglia Martini-Carissimo alla famiglia Romanin-Caliandro, sembra abbia messo tutti d’accordo, maggioranza e opposizione, sulla necessità di stoppare l’ acquisto per esercitare il diritto di prelazione facendo diventare il maniero di proprietà pubblica in ciò aiutati dalle associazioni culturali locali, dalla pro-loco e da alcuni notabili locali sempre, meritevolmente, in prima fila quando si tratta di difendere l’identità ed il patrimonio storico-culturale della nostra Città.
Per la verità su questa vicenda si registra un unanimismo tipicamente élitario che ritiene di parlare a nome di tutta la popolazione, di interpretarne gli interessi e le aspirazioni di tutti facendo però dimenticare i problemi veri e quotidiani del nostro paese: “pensassero ad aprire la villa comunale, a far funzionare la palestra, il campo sportivo, parco montalbano… ma se a Oria hanno chiuso pure i i bagni pubblici come pensano di acquistare il Castello ?” questa la prima reazione della gente e dei cittadini di fronte alla notizia dell’”impegno unanime” delle forze politiche locali per acquistare il castello di Oria.
Fuori dal coro ritengo di dover timidamente suggerire (interpretando le aspirazioni della mia gente, quella del mercato, della strada, i cafoni si diceva una volta) che amministratori pubblici e forze politiche attente e con i piedi per terra (che fino a ieri hanno sempre sbandierato l’esigenza per Oria di un albergo, di un centro congressi, di un museo, di iniziative di grande respiro per proiettarla a livello nazionale nell’ambito del turismo e dei grandi circuiti turistico-culturali ) non dovrebbero avere pregiudiziali al passaggio della proprietà del castello da un privato ad un altro privato ma cogliere l’occasione, non per esercitare un velleitario diritto di prelazione,,per incontrare gli acquirenti e stilare un protocollo di intesa per valorizzare il castello di Oria nell’interesse della Città e con l’aiuto di tutti.
Questo perché, per un Comune disastrato come il nostro, privo di dipendenti e di professionalità adeguate e che acquistando il Castello sfora il patto di stabilità, non vi sono reali alternative all’intervento dei privati anche se questo richiede estreme cautele e garanzie sul cosa fare del Castello e sul come farlo - più che un plebiscito del SI e del NO all’acquisto pubblico senza prospettive.
Questo perchè è vero che le esigenze di tutela non possono essere allentate in nome del profitto ma su questo gli acquirenti sembrano vogliano dare, inascoltati, le massime garanzie e non vi sono motivi per ritenere il contrario.
Ma, per non essere crocefissa per questa presa di posizione “liberista” e controcorrente ( tant’è quando i “comunisti” lo fanno gli altri) voglio precisare che è necessario tenere presente che la esigenza di tutela integrità del patrimonio culturale è ben presente anche in chi non viene considerato di “cultura” e che un monumento nazionale come il castello di Oria non può essere considerato oggetto di mero sfruttamento economico ma su questo bisogna impegnare e sfruttare la disponibilità degli acquirenti senza perdere tempo in inutili conferenze di servizi perché non ha senso, in questa vicenda, per citare Vittorio Sgarbi - del quale apprezzo solo le sue capacità culturali - <<>>

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